Il 2025 è iniziato con una svolta normativa che coinvolge migliaia di imprese europee: è entrata in vigore la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che amplia in modo significativo gli obblighi di trasparenza in ambito ambientale, sociale e di governance (ESG).

Se la tua azienda ha più di 250 dipendenti, un fatturato annuo superiore a 40 milioni di euro o un bilancio oltre i 20 milioni, da quest’anno sei formalmente tenuto a redigere un bilancio di sostenibilità conforme agli European Sustainability Reporting Standards (ESRS).

E se sei una PMI, probabilmente i tuoi clienti o partner più grandi stanno già chiedendo dati ESG. Prepararsi oggi significa anticipare la normativa, rispondere alle richieste del mercato e costruire un vantaggio competitivo reale.

Cos’è la CSRD (e cosa comporta nel 2025)

La CSRD nasce per rendere il reporting di sostenibilità più rigoroso, comparabile e integrato con l’informativa finanziaria. Sostituisce la precedente NFRD (Non-Financial Reporting Directive) e coinvolge un numero molto più ampio di aziende.

Introduce un concetto chiave: la doppia materialità. Le imprese devono rendicontare non solo come impattano l’ambiente e la società, ma anche come i fattori ESG possono influenzare le loro performance economiche.

Inoltre, il bilancio dovrà essere:

  • Redatto secondo gli standard ESRS definiti dall’EFRAG
  • Verificato da un revisore indipendente
  • Pubblicato in formato digitale XHTML, leggibile anche da sistemi automatizzati

Chi è obbligato a redigere il report CSRD nel 2025

Dal 1° gennaio 2025, l’obbligo riguarda tutte le grandi imprese europee che non rientravano già nella NFRD e che soddisfano almeno due dei seguenti criteri:

  • Più di 250 dipendenti
  • Fatturato superiore a 40 milioni di euro
  • Totale di bilancio superiore a 20 milioni di euro

Nel 2026, l’obbligo si estenderà alle PMI quotate, e nel 2028 anche ad alcune imprese non europee con attività significative nell’UE.

Va sottolineato che, anche per le aziende non ancora obbligate, la richiesta di trasparenza ESG è già una realtà quotidiana da parte di clienti, investitori, banche e stakeholder.

Cosa devi fare concretamente nel 2025

Per molte imprese, questo è il primo approccio a una rendicontazione ESG strutturata. Il percorso può sembrare complesso, ma affrontarlo con metodo consente di trasformarlo in un’opportunità di crescita.

  1. Valutare la propria posizione
    Il primo passo è capire se si rientra nei criteri di applicazione della direttiva e mappare eventuali iniziative ESG già in corso.
  2. Definire la doppia materialità
    Serve identificare i temi rilevanti per l’azienda e per gli stakeholder, sia in termini di impatti generati, sia di rischi e opportunità legati ai fattori ESG.
  3. Strutturare la raccolta dati
    È necessario organizzare in modo sistemico i dati ESG: emissioni, consumi energetici, pratiche HR, equità retributiva, benessere organizzativo, rapporto con fornitori, solo per citarne alcuni.
  4. Redigere il report secondo gli ESRS
    Il bilancio deve seguire i criteri europei e garantire la coerenza tra dati finanziari e non finanziari.
  5. Prevedere la verifica esterna
    Il report di sostenibilità dovrà essere validato da un revisore indipendente, a garanzia della sua qualità e attendibilità.

E per le PMI?

Molte PMI non sono formalmente coinvolte nel reporting obbligatorio, ma sono già parte di catene del valore che lo sono. Questo significa che i grandi clienti chiederanno anche a loro dati ESG per completare il proprio bilancio di sostenibilità.

Inoltre, il mondo bancario e finanziario sta già premiando le aziende più trasparenti e sostenibili, con accesso facilitato al credito o a condizioni più vantaggiose. Per questo, anche per le PMI, iniziare oggi è un investimento strategico, oltre che un segnale di responsabilità e visione.

Comprendere oggi cosa cambia con la CSRD significa prepararsi a essere protagonisti in un contesto economico sempre più interconnesso, regolato e orientato alla sostenibilità.

Perché adeguarsi è necessario. Ma prepararsi con consapevolezza è ciò che fa la differenza.

Il nostro impegno nella sostenibilità

Samsic HR Italia è parte integrante del Gruppo Samsic, che ha recentemente pubblicato il Rapporto CSR 2024, delineando le azioni intraprese nell’ambito del programma “Samsic Planet 2030” . Questo programma mira a fornire servizi ecocompatibili ai clienti e a offrire un ambiente di lavoro sostenibile ai dipendenti nei 24 paesi in cui opera il Gruppo. In particolare, abbiamo sviluppato il progetto “Road to 2030“, un percorso strategico che allinea il core business aziendale a concreti obiettivi sociali e ambientali . Il progetto si articola su quattro pilastri fondamentali:

  • Formazione di qualità: promuoviamo percorsi formativi personalizzati per sviluppare le competenze professionali necessarie all’inserimento lavorativo e all’innovazione
  • Lavoro dignitoso e crescita economica: offriamo soluzioni flessibili di gestione del personale per migliorare il clima aziendale e affrontare le sfide con agilità.
  • Riduzione delle disuguaglianze: implementiamo progetti di inclusione sociale per favorire l’inserimento delle categorie svantaggiate nel mondo del lavoro.
  • Innovazione: accompagniamo le aziende in percorsi di crescita, incentivando processi di digitalizzazione e green economy.

Attraverso queste iniziative,contribuiamo attivamente agli obiettivi di sostenibilità del Gruppo, dimostrando come l’integrazione della responsabilità sociale d’impresa possa generare valore per le aziende e la società nel suo complesso.

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