Nel mondo del lavoro moderno, digitale non significa sempre “ecologico”. Ogni e-mail inviata, ogni file archiviato nel cloud, ogni videochiamata ha un costo invisibile: quello ambientale. Eppure, parlare di impronta digitale nel settore delle risorse umane è ancora raro. 

In questa Giornata Mondiale dell’Ambiente, vogliamo riflettere insieme su un tema tanto attuale quanto trascurato: l’impatto ambientale del digitale nel lavoro HR. E soprattutto, vogliamo condividere con te azioni concrete per ridurre questo impatto – che tu sia un* lavoratore/trice, un* HR manager o un’impresa.

Cos’è l’impronta digitale?

L’impronta digitale è il segno – in termini di consumo energetico e CO₂ – che ogni nostra azione digitale lascia sull’ambiente. Dall’invio di una semplice email alla gestione di database per la selezione del personale, ogni attività online richiede energia. Molta di più di quanto immaginiamo. Ecco alcuni esempi:

  • Email: un messaggio da 1 MB produce circa 19 grammi di CO₂. Con 100 email al giorno, si generano 1,9 kg di CO₂ quotidianamente.
  • Cloud: nel 2024, i data center hanno consumato circa 415 TWh di elettricità, pari all’1,5% dei consumi globali.
  • Videoconferenze: un’ora può emettere fino a 1 kg di CO₂.

E per il settore HR?

Nel percepito comune, il settore delle Risorse Umane – non essendo coinvolto in processi produttivi o logistici – può sembrare poco rilevante in termini di impatto ambientale. In realtà, con la crescente digitalizzazione delle attività HR, anche questo ambito contribuisce in modo significativo all’impronta digitale complessiva di un’azienda.

Basti pensare al volume quotidiano di operazioni online: dalla gestione di ATS per il recruiting digitale, all’onboarding virtuale, fino all’uso costante di gestionali in cloud e piattaforme di comunicazione interna. Secondo un recente studio, il 45% delle aziende ha registrato un aumento delle emissioni digitali legate ai processi HR dopo la trasformazione digitale post-pandemia.

Questi strumenti portano indubbi vantaggi in termini di efficienza e accessibilità, ma generano al contempo un impatto ambientale nascosto, legato al consumo energetico e alla gestione dei dati. È quindi fondamentale non sottovalutare il contributo del settore HR all’impronta ambientale aziendale, e iniziare a riflettere su pratiche più sostenibili anche in questo ambito.

5 azioni per ridurre l’impronta digitale nelle HR

Il settore HR ha un ruolo cruciale nella promozione di una cultura aziendale sostenibile. Non solo può adottare pratiche digitali a basso impatto, ma può anche sensibilizzare il resto dell’organizzazione attraverso la formazione, la comunicazione interna e l’esempio quotidiano. 

Ecco alcuni piccoli ma significativi passi per ridurre l’impatto ambientale digitale, sia a livello individuale che aziendale:

1. Digital cleanup regolare

Eliminare vecchi file, email inutili, documenti duplicati. Oltre a liberare spazio, ridurre il consumo di energia dei server.

2. Semplifica la comunicazione

Evitare email non necessarie o troppo pesanti. Prediligere messaggi brevi e piattaforme di collaborazione sostenibili. Un consiglio? Una newsletter ben strutturata può sostituire decine di email interne.

3. Cloud sì, ma consapevole

Usare fornitori di cloud green (alimentati da energia rinnovabile) e configurare backup automatici ottimizzati.

4. Formazione sostenibile

Integrare la sostenibilità digitale nei percorsi formativi per lavoratori e manager. L’awareness è il primo passo verso il cambiamento.

5. Promuovi uno stile di lavoro “low impact”

Favorire la flessibilità, l’uso consapevole delle tecnologie e la sobrietà digitale. Più efficienza, meno sprechi. Lo sapevi che anche la durata e la frequenza delle videocall incidono sull’ambiente?

L’impegno di Samsic HR Italia

Noi di Samsic HR Italia crediamo che ogni piccolo gesto conti. Il nostro impegno ESG si traduce anche nella digitalizzazione responsabile: adottiamo strumenti digitali efficienti, sensibilizziamo il nostro team e accompagniamo i nostri clienti verso una gestione HR più sostenibile.

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