A gennaio, la percentuale di persone occupate sale al 60,8%, registrando il livello più alto mai registrato dal 2004 ad oggi. Diminuisce il tasso di persone inattive, arrivando al 33,9%, risultato positivo e tra i più bassi di sempre. Restano preoccupanti i dati relativi agli under 34.
Occupazione in Italia: dati positivi. Restano forti i divari occupazionali
Il mercato del lavoro continua a mostrare segnali positivi, lanciando un segno di una – seppur lenta – ripresa dell’economia. Secondo i dati preliminari dell’Istat relativi a gennaio 2023, il tasso di occupazione in Italia ha raggiunto il 60,8%, ovvero +35mila occupati in più rispetto a dicembre 2022: di cui 30mila donne.
Attualmente, il totale di donne occupate in Italia è di 9 milioni e 870 mila, con un aumento di 246mila rispetto a gennaio dell’anno precedente.
Nonostante a gennaio la crescita occupazionale riguardi soprattutto le donne, persiste ancora un forte divario: il tasso di occupazione femminile in Italia è pari al 51,9%, mentre la percentuale degli uomini occupati è del 69,7% (ben 17 punti superiore a quella delle donne).
Complessivamente, il numero di persone occupate in Italia ha superato i 23 milioni e 300 mila, raggiungendo un nuovo record rispetto ai dati mensili storici pubblicati dall’Istat a partire da gennaio 2004. La spinta arriva dai dipendenti a tempo indeterminato che rappresentano ben 15.335.000 lavoratori, mentre il numero di contratti a termine è sceso a 2.994.000.
La riduzione degli inattivi
Scende il tasso di inattività, attestandosi al 33,9%, uno dei valori più bassi registrati fino ad oggi. Questo significa che molte persone precedentemente inattive hanno iniziato a cercare attivamente un lavoro.
In aumento la disoccupazione degli under 34
Per quanto riguarda i giovani, i dati del mercato del lavoro rappresentano più aspetti negativi che positivi. il tasso di occupazione degli under 34 è infatti diminuito dello 0,3%, mentre sia la disoccupazione che l’inattività sono aumentate. Questo risultato, in parte riconducibile al forte mismatch tra la domanda e l’offerta di lavoro, e quindi a una non adeguata formazione dei giovani rispetto alle esigenze delle aziende, è uno dei peggiori in Europa. Infatti, per quanto riguarda l’occupazione giovanile, dietro l’Italia si collocano solamente la Spagna e la Grecia.
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Nonostante il mercato del lavoro presenti una lenta ma costante ripresa, le aziende continuano a faticare a trovare il personale qualificato, continua a persistere un forte squilibrio tra le competenze ricercate dalle aziende e quelle offerte dai candidati. I dati mostrano, infatti, che in Italia, la percentuale di lavoratori con competenze non adeguate alla loro professione supera il 39%. Il mismatch rappresenta una sfida per il mercato del lavoro italiano che richiede l’implementazione di azioni mirate di orientamento e formazione dei lavoratori.
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