Il mancato incrocio tra domanda e offerta è uno dei problemi atavici italiani. E con il Piano nazionale di ripresa e resilienza in rampa di lancio, potrebbe creare un serio ostacolo alla ripresa economica post-Covid. La soluzione è puntare sulla riqualificazione con percorsi mirati di accompagnamento, tramite la collaborazione tra centri per l’impiego e agenzie private.
Skill mismatch: significato e dati
Il mancato incrocio tra domanda e offerta di lavoro è uno dei problemi atavici del mercato del lavoro italiano. Nonostante i 2,3 milioni di disoccupati e i 13,5 milioni di inattivi attuali, le imprese cercano lavoratori che non trovano. È il cosiddetto skill shortage o skill mismatch, il cui significato indica il disallineamento tra le competenze esistenti e quelle richieste dai datori di lavoro. Che ora, con il Piano nazionale di ripresa e resilienza in rampa di lancio, potrebbe creare un serio ostacolo alla ripresa economica post-Covid.
Ma guardiamo i numeri di questo fenomeno. Secondo il report “Mismatch, il grande gap da sanare. La ripresa c’è, i lavoratori no” realizzato da Censis e Confcooperative, infatti, le aziende sono pronte ad assumere, ma mancano all’appello oltre 233mila profili professionali che rispondano a questa domanda di lavoro.
Ed è questo ora, quello che più preoccupa, mentre il Paese si avvia verso la transizione digitale ed ecologica. Il potenziale valore economico annuale dello skill mismatch si aggira intorno ai 21 miliardi di euro. Secondo il rapporto Censis-Confcooperative, infatti, la crescita del Pil nel 2021 potrebbe salire dal 5,9% al 7,1%, ma solo se le imprese riuscissero a inserire tutto il personale richiesto.
Cosa serve
Il governo Draghi ha destinato quasi 5 miliardi di euro del Pnrr alle nuove politiche attive del lavoro, per favorire la ricollocazione di inattivi e disoccupati, puntando sulla formazione e la riqualificazione delle competenze con cinque diversi percorsi distinti.
La formazione professionale e i percorsi di reskilling e upskilling saranno centrali per colmare questo divario tra domanda e offerta. E in questo processo servirà necessariamente una collaborazione tra pubblico e privato. Ovvero tra i centri per l’impiego pubblici, che certo negli anni non hanno brillato per efficienza e funzionalità, e le agenzie per il lavoro private accreditate che invece possono offrire una risposta concreta grazie a una conoscenza stretta delle esigenze delle aziende italiane in termini di competenze richieste.
Samsic HR Italia è una delle agenzie accreditate in Lombardia per accompagnare i lavoratori senza un impiego in percorsi di qualificazione e riqualificazione personalizzati. E a partire da gennaio 2022 è prevista la partenza di nuovi corsi.
La ripresa economica italiana, nel nuovo anno, dipenderà soprattutto da processi di questo tipo. C’è un “patrimonio” di lavoratori che resta escluso dal circuito economico e che invece può essere guidato tramite le politiche attive per prendere parte alla crescita del Paese.
Articolo originariamente pubblicato su Linkiesta.