Il progetto di Samsic HR Italia punta ad accrescere le competenze del “responsabile dell’inserimento lavorativo”, rendendolo un vero e proprio tutor al servizio dell’inclusività e della diversità. Il responsabile della divisione welfare Giuseppe Zingale dice: «Aiutiamo le imprese a vivere questo principio come un’opportunità»
Quando si tratta di inserimento e integrazione delle persone con disabilità nell’ambiente di lavoro, due sono le normative di riferimento: la legge 68 del 1999 e il successivo decreto legislativo 151 del 2015. Queste due leggi regolamentano il cosiddetto «collocamento mirato», attraverso uffici competenti individuati dalle regioni. Gli aspetti disciplinati vanno dalla promozione di una rete integrata con i servizi agli accordi territoriali, dalla valutazione psico-sociale della disabilità agli accomodamenti lavorativi fino alle buone pratiche di inclusione lavorativa. Ma come assicurare che l’inserimento della persona e la gestione della quotidianità procedano in maniera fluida all’interno dell’azienda? A occuparsi di predisporre progetti personalizzati per le persone con disabilità e di risolvere i problemi legati al contesto di lavoro è il cosiddetto «responsabile dell’inserimento lavorativo», una figura ad hoc incaricata di tutta la gestione del rapporto, dalle questioni amministrative a quelle sociali. Anche detto disability manager.
È su questa linea che Samsic HR Italia, società di sviluppo e gestione delle risorse umane, ha introdotto in Lombardia uno speciale programma di formazione per le aziende che intendono spendersi per coprire al meglio questo ruolo in azienda. Il progetto prende il nome di “Programma Inclusion” e consiste in un vero e proprio percorso di affiancamento delle aziende in tutti gli adempimenti relativi all’inserimento di lavoratori diversamente abili. Il programma, che si rivolge in particolare agli addetti alle risorse umane e più in generale a tutti i dipendenti che abbiano la sensibilità necessaria a ricoprire il ruolo, partirà da settembre/ottobre 2021 e si strutturerà in diversi moduli, da quello sulle normative fiscali e tributarie in materia di agevolazioni alla gestione delle risorse umane, fino al diritto del lavoro e elementi di psicologia e pedagogia del lavoro, per un totale di 64 ore.
«Stiamo contattando le aziende in modo innovativo: la nostra proposta è di seguirle non solo per gli adempimenti burocratici-amministrativi, ma in ottica di inclusione della persona con disabilità come effettiva politica attiva», spiega Giuseppe Zingale, general manager della divisione welfare di Samsic HR Italia. In questi termini, la figura del disability manager va oltre il semplice ruolo e funzione di inserire nel contesto aziendale la persona diversamente abile, ma «attraverso il sostegno, entra in contatto con il contesto e sviluppa le migliori condizioni per consentire alla persona di svolgere la propria funzione, portando un valore aggiunto», spiega Zingale.
Il disability manager non è solo esperto dal punto di vista della conoscenza normativa, ma «deve capire il contesto, avere la capacità di cogliere le esigenze della persona diversamente abile, le difficoltà, le possibilità di eventuali criticità a cui può andare incontro nel momento in cui si inserisce in azienda. È una figura responsabile di valorizzare al meglio quell’inserimento, deve essere un tutor, qualcuno che riesce ad anticipare il bisogno», puntualizza Zingale.
Attraverso il percorso, la aziende possono consentire a uno o più dipendenti di sviluppare queste competenze specifiche, fruendo gratuitamente della formazione (i percorsi possono essere inseriti nella formazione a voucher di Regione Lombardia). In ottica di welfare aziendale, le imprese possono così perfezionare i propri processi nella direzione dell’inclusività e abbracciare modalità migliori di gestione delle diversità. «Noi prendiamo per mano l’azienda e l’accompagniamo in tutto il processo, dalla richiesta dei voucher alla gestione e rendicontazione», puntualizza Zingale.
Molte sono le aziende che hanno già manifestato il loro interesse a intraprendere questo percorso, consce che lavorare sull’inclusione porti un valore aggiunto. «Il principio che noi portiamo avanti è anche culturale. Questa è un’opportunità per l’azienda», conclude Zingale. «La legge 68 ha posto le basi per la collaborazione fra enti, istituzioni e aziende, con il risultato che oggi questo inserimento non è più visto come un obbligo ma come un’opportunità. Noi vogliamo continuare questa innovazione posta in essere dal punto normativo, stimolando le aziende in questa direzione e continuando a lavorare per diventare un punto di riferimento in tutto il contesto delle politiche attive».
Articolo originariamente pubblicato su Linkiesta.