Come fare quindi per certificare le proprie competenze?
Anzitutto, bisogna partire dalle definizioni. Il decreto legislativo numero 13 del 2013 ha distinto tra:
– «apprendimento permanente», ovvero qualsiasi attività intrapresa dalla persona in modo formale, non formale e informale, nelle varie fasi della vita, al fine di migliorare le conoscenze, le capacità e le competenze, in una prospettiva di crescita personale, civica, sociale e occupazionale;
– «apprendimento formale», che si attua nel sistema di istruzione e formazione e nelle università e istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica, e che si conclude con il conseguimento di un titolo di studio o di una qualifica o diploma professionale, conseguiti anche in apprendistato, o di una certificazione riconosciuta;
– «apprendimento non formale», caratterizzato da una scelta intenzionale della persona, che si realizza in ogni organismo che persegua scopi educativi e formativi, anche del volontariato, del servizio civile nazionale e del privato sociale e nelle imprese;
– «apprendimento informale», che (anche a prescindere da una scelta intenzionale) si realizza nello svolgimento, da parte di ogni persona, di attività nelle situazioni di vita quotidiana e nelle interazioni che in essa hanno luogo, nell’ambito del contesto di lavoro, familiare e del tempo libero;
– «competenza», ovvero la comprovata capacità di utilizzare, in situazioni di lavoro, di studio o nello sviluppo professionale e personale, un insieme strutturato di conoscenze e di abilità acquisite nei contesti di apprendimento formale, non formale o informale;
Il processo di certificazione delle competenze in ambito non formale e informale può essere attivato esclusivamente da enti accreditati per i servizi al lavoro, come Samsic HR Italia.
Il percorso si articola in cinque fasi. Per prima cosa, bisogna presentare la domanda a un ente accreditato per i servizi al lavoro. L’ente valuta la domanda e la coerenza con la competenza da certificare, costruendo il cosiddetto “portfolio delle evidenze”, ovvero le prove che dimostrano l’effettivo possesso delle competenze. Si fa quindi una valutazione della documentazione e una verifica, eventualmente anche con specifiche prove, alla presenza di un assessor nominato dall’ente. L’ultimo step è il rilascio della certificazione.
In questo modo si ottiene un attestato di competenza regionale con elencate le competenze acquisite e verificate durante il processo. Questo attestato non abilita lo svolgimento di alcuna attività professionale, ma ha lo scopo di rendere trasparente quello che il cittadino sa e sa fare. Ed è uno strumento utilissimo per l’inserimento nel mercato del lavoro, la ricollocazione lavorativa o per la ripresa degli studi in un percorso di formazione professionale. Basta rivolgersi a Samsic HR Italia per avviare la procedura.
Articolo originariamente pubblicato su Linkiesta.