Qual è la giusta metodologia di problem solving? Come approcciarsi allo sviluppo di questa competenza e come affrontare le criticità e le situazioni difficili sul luogo di lavoro? Academy presenta la propria matrice del problem solving, un modello in 4 punti, applicabile nella quotidianità dell’ufficio, grazie al quale l’approccio alle problematiche sarà molto più fluido e agevole.
L’espressione “problem solving” indica la capacità di un individuo nel trovare soluzioni efficaci a problematiche professionali o gestionali attraverso processi di analisi che consentono di individuare correttamente la vera origine del problema e agire su di essa in maniera specifica e mirata.
Ormai indispensabile per operare efficacemente in qualsiasi contesto professionale, questa soft skill consente di prendere decisioni veloci ed efficaci nel modo più oggettivo possibile. L’applicazione di una corretta tecnica di problem solving consente infatti di eliminare (se non del tutto, almeno in gran parte) i propri bias cognitivi e disporre di innovazione e creatività nella risoluzione delle problematiche.
In un contesto lavorativo infatti, specialmente se ben strutturato, quando ci si trova ad affrontare una difficoltà si ha la tendenza a risolverla utilizzando strategie consolidate e già sperimentate in precedenza. Se queste tecniche si sono rivelate efficaci in passato non è detto che oggi, in un contesto diverso e con condizioni differenti, risultino altrettanto adeguate.
Proprio per questo motivo Academy ha elaborato una propria Matrice del Problem Solving, un modello astratto ma dettagliato, applicabile a qualsiasi situazione concreta, che spiega i quattro passaggi utili all’adozione di un approccio efficace nella risoluzione di problematiche. A ciascuno dei quattro elementi della matrice abbiamo associato una skill, correlata al problem solving, che può rivelarsi utile in quello step del processo.
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Metodologia del problem solving: il modello di Academy
1. Analisi della situazione
In questa prima fase è necessario definire in modo generale la situazione che deve essere risolta tracciando una panoramica completa e il più possibile libera da bias. Si andranno a identificare i vincoli e i limiti, a fissare le priorità di intervento in modo da essere pronti nella definizione degli step successivi.
La skill richiesta in questa fase è il problem sensing, ovvero sensibilità necessaria a percepire e riconoscere una situazione come problematica, intuendone e isolandone gli aspetti problematici.
2. Analisi del problema
Nella seconda fase, invece, si svolgerà un lavoro più approfondito, spostando la propria attenzione sulle cause delle criticità. Si cercherà dunque di acquisire maggiori dettagli riguardo alla situazione problematica e si andranno a raccogliere evidenze dettagliate e specifiche.
La skill utile in questa fase è il problem setting, cioè la capacità di dare una definizione chiara del problema, di fissarlo in termini di variabili e loro rapporti e di comunicarlo al team in maniera chiara e comprensibile.
3. Analisi della decisione
Partendo dagli output forniti dalla fase di analisi del problema, in questo terzo passaggio si andranno a identificare dei modi alternativi per gestire e affrontare la situazione, valutando, per ciascuna opzione, rischi e vantaggi.
È la problem analysis la skill utile in questa terza fase. Questa competenza consente di svolgere un’analisi scientifica (qualitativa e quantitativa) in grado di aumentare la nostra comprensione del problema, delle sue strutture, dei rapporti di causa ed effetto.
4. Analisi dei problemi potenziali.
L’ultimo passaggio prevede invece una definizione e successiva valutazione delle migliori alternative. Si potranno così evidenziare le implicazioni pratiche (organizzative) che derivano dalla decisione, definire e porre in atto azioni preventive ed elaborare un contingency plan per garantire la gestione delle avversità, ricucendo in questo modo l’impatto di eventuali rischi.
In quest’ultima fase è il problem finding la skill che può rivelarsi utile. Si tratta di una competenza volta alla ricerca attiva di possibili problemi, non limitandosi ad affrontare quelli “ricevuti” ma sforzandosi di individuare preventivamente di nuovi, così da poterli prevenire o gestire efficacemente al momento dell’insorgenza.