Come abbiamo visto nelle precedenti pubblicazioni sul nostro blog InDeep, il passaggio generazionale in azienda è un momento delicato e molto sentito dagli imprenditori italiani. Si tratta di un processo complesso, in quanto coinvolge diverse dinamiche aziendali e familiari, che necessita di una pianificazione specifica e, nella maggior parte dei casi, di un affiancamento professionale esterno. In questo approfondimento diamo la parola a Carlo Messina, il General Manager di Academy che ci spiegherà i vari punti cruciali di una consulenza professionale per il passaggio generazionale.
Carlo, ci parli del passaggio generazionale e di come esso viene approcciato da Academy?
Il passaggio generazionale rappresenta un processo di evoluzione e riorganizzazione dell’impresa, ed è forse il progetto di Change Management più complesso da gestire. L’azienda passa da un’organizzazione “one man show”, in cui il solo passaggio del titolare nei corridoi è fonte di leggende e ispirazioni (positive e negative), ad un’azienda strutturata e aperta ai cambiamenti, senza però snaturare la propria identità.
È un progetto basato su un rapporto di fiducia reciproca tra il consulente e l’imprenditore, il primo si trasforma in un “advisor” con cui potersi confrontare. Il kick off dei progetti è generalmente la creazione del “Leadership Team” con l’introduzione di concetti di delega e la contaminazione con culture “esterne” all’azienda.
L’intervento di Academy prevede l’introduzione di modelli di leadership molto diversi, facendo però attenzione a mantenere i valori stabiliti; ogni eventuale modifica viene effettuata con il consenso di tutta la proprietà. Viene solitamente svolta un’analisi per definire quali sono i benefici che la nuova generazione potrà apportare all’azienda. Vengono poi introdotte competenze manageriali evitando però di imitare organizzazione e prassi da multinazionale, ma prendendo il meglio dei modelli e mantenendo quel pragmatismo plastico delle organizzazioni medio piccole.
Quali sono i principali strumenti utilizzati a supporto del passaggio generazionale in azienda?
Gli strumenti messi a disposizione dell’azienda sono molteplici. In primis, la formazione manageriale per sostenere il processo di delega e il passaggio culturale delle prime linee, che dovranno assumere responsabilità sempre maggiori e comunicare con la proprietà in modo da far percepire all’intera organizzazione che ci si sta veramente facendo carico dell’azienda. Verranno individuate più soluzioni concrete alle criticità riscontrate in modo da selezionare quella più congeniale e verificarne l’efficacia.
In secondo luogo, la formazione viene progettata anche per le persone dei livelli più bassi dell’organizzazione. Nella fase della pianificazione del passaggio generazionale è fondamentale introdurre nuove metodologie, innovazioni, in modo da dare un segnale concreto di cambiamento a tutta l’organizzazione. Così la formazione diventa un ottimo strumento per cambiare la cultura aziendale e per veicolare anche le nuove leadership.
Accanto alla formazione solitamente sono previsti percorsi di mentoring o coaching per le persone che acquisiscono nuovi ruoli o che devono crescere in quello che già ricoprono.
L’ultimo tassello è l’ingresso di consulenze specialistiche per accelerare alcuni cambiamenti organizzativi, o introdurre alcuni strumenti di gestione. Spesso questo tipo di consulenza si trasforma in “Temporary Management” in modo da dare la possibilità all’impresa di confrontarsi con un manager in struttura che veicola alcune competenze, fa crescere il successore e qualche volta resta come Advisor.
Quali sono le qualità imprescindibili che deve possedere un consulente per poter accompagnare al meglio l’impresa in questo processo?
Se dovessi sintetizzare in poche parole direi che da parte di chi facilita questo cambiamento è richiesta la pazienza, perché ogni cambiamento provoca resistenze e potrebbe innescare conflitti che devono necessariamente essere stemperati. Occorre inoltre la lucidità, per evitare di fare scelte affrettate. La proattività, per essere in grado di anticipare le criticità che possono insorgere durante il passaggio generazionale. La costanza, perché le cose richiedono tempo, ma avvengono. È fondamentale anche l’ottimismo, perché bisogna contagiare tutti sull’opportunità che si ha tra le mani. In ultimo, direi, l’umiltà, perché se siamo in quell’azienda è grazie a una persona che sa fare bene l’imprenditore e l’ha portata dove è in questo momento.
Quale ruolo può avere consulente esterno nell’affiancare l’azienda nel passaggio generazionale?
Userò le parole di un imprenditore nostro cliente: “Avvalersi dell’affiancamento di consulenti esterni, che poi sul campo svolgono anche la funzione di formatori, permette una trasmissione più rapida ed efficace delle competenze. Una figura terza aiuta il management familiare ad individuare le skill che identificano un imprenditore o una imprenditrice, quelle acquisite in oltre 40 anni di vissuto lavorativo e fornisce un importante contributo nel trasferimento dell’unicità di queste competenze anche ai figli”.
Leggi anche: Passaggio generazionale: intervista a Renzo Rastelli, CEO di Aran World
Il coinvolgimento dei figli nella gestione aziendale è un processo significativo nel percorso evolutivo di un’organizzazione. Academy è la Business Unit di Samsic HR Italia specializzata in progettazione e consulenza formativa. Affianchiamo le imprese nella creazione di percorsi formativi personalizzati, realizzati sulla base di esigenze identificate in un’operazione congiunta tra i nostri professionisti e il board manageriale. Contattaci per maggiori informazioni.