La flessibilità è stata una delle parole chiave nel mondo del lavoro negli ultimi anni e si prevede che continuerà a rimanere un tema centrale nella gestione delle risorse umane anche nel 2023. Vediamo insieme i trend HR che riflettono questa sempre più viva attenzione alla flessibilità ormai indispensabile per le aziende che vogliono attirare e trattenere i migliori talenti.
Il mercato del lavoro italiano negli ultimi anni
La pandemia, si sa, ha avuto un impatto significativo sul mercato del lavoro italiano, accelerando i cambiamenti già in atto e portando all’emergere di nuove sfide per le aziende. In particolare, l’adozione massiccia del lavoro da remoto ha rappresentato una vera e propria rivoluzione nelle modalità di organizzazione del lavoro e di gestione delle risorse umane.
In particolare, la pandemia ha fatto emergere la necessità per i lavoratori di riconsiderare le priorità nella vita e di cercare un maggior equilibrio tra lavoro e vita privata, conciliando le esigenze lavorative con quelle personali. Spinti da una combinazione di fattori, molti lavoratori hanno infatti lasciato il proprio posto di lavoro dando vita alla “Great Resignation”. Il fenomeno, tradotto in italiano come “grandi dimissioni”, si riferisce all’aumento del numero di lavoratori che abbandonano volontariamente il proprio posto di lavoro alla ricerca di condizioni lavorative più soddisfacenti.
Secondo una ricerca internazionale condotta da McKinsey, i protagonisti della “Great Resignation” hanno un’età compresa tra i 30 e i 45 anni. E il motivo principale che ha spinto i lavoratori a cambiare lavoro negli ultimi anni è la ricerca di maggiore flessibilità e di un miglior equilibrio tra vita privata e lavoro.
La mancanza di flessibilità quindi è un fattore cruciale che porta molti lavoratori a lasciare le aziende meno innovative. Tuttavia, secondo le recenti ricerche, solo il 50% delle aziende italiane offre ai lavoratori una flessibilità relativa all’orario di lavoro e solo il 40% offre la possibilità di lavorare da un luogo differente.
La “flessibilità” come leva per attrarre e trattenere i talenti in azienda
La flessibilità sarà un trend sempre più presente nel mercato del lavoro rappresentando una leva importante per le aziende che vogliono attirare e trattenere i migliori talenti. Ecco alcuni degli elementi che le aziende potrebbero implementare per offrire ai propri collaboratori una maggiore flessibilità, e quindi una maggiore soddisfazione:
- Lavoro ibrido: stando ai dati di un’indagine condotta da Inapp, il 46% dei lavoratori intervistati vorrebbe svolgere la propria attività in modo agile, con un 24% circa che preferirebbe farlo almeno 3 giorni a settimana. Dare ai lavoratori la possibilità di lavorare da casa, permettendogli così di conciliare le esigenze lavorative con quelle personali, può aumentare non solo la soddisfazione dei lavoratori ma anche la loro produttività.
- Orari di lavoro flessibili: in alcuni casi, le aziende possono permettere ai lavoratori una certa flessibilità oraria, come, per esempio, una tolleranza per gli orari di entrata e di uscita. Infatti, secondo una recente ricerca del mercato, per l’80% dei lavoratori italiani intervistati, la flessibilità oraria risulta essere ancor più importante dello smart working.
- Attenzione alla salute mentale dei lavoratori: un’indagine di Mindwork sulla salute psicologica dei lavoratori mostra che l’85% delle persone intervistate considera il proprio benessere psicologico generale correlato al proprio benessere sul lavoro e viceversa. Per questo, una maggiore attenzione alla condizione lavorativa può avere effetti positivi sulla salute mentale dei lavoratori e allo stesso tempo contribuire a ridurre l’assenteismo, ridurre i costi associati e migliorare l’ambiente lavorativo complessivo.
- Personalizzazione dell’esperienza dei lavoratori: adottare un approccio personalizzato nella gestione delle risorse umane. Ciò significa comprendere le esigenze individuali dei lavoratori e cercare di soddisfarle attraverso percorsi di formazione e sviluppo personalizzati, opportunità di carriera su misura e programmi di incentivazione.
- Aggiornamento e formazione continua: in un mondo in costante evoluzione la formazione continua dei lavoratori diventa un requisito fondamentale. Facendo riferimento all’ultima ricerca di LinkedIn, tra le principali ragioni delle dimissioni, in particolare della Generazione Z, vi è la volontà di sentirsi più sicuri nelle proprie capacità. In questo scenario, diventa fondamentale offrire ai lavoratori programmi di formazione basati sulle loro esigenze e sui loro punti di forza.
- Incentivazione basata sui risultati: per motivare i lavoratori, le aziende possono elaborare dei sistemi di incentivazione basati sui risultati raggiunti premiando l’impegno e i successi raggiunti dai collaboratori.
- Gestione dei talenti basata sui dati: monitorare l’evoluzione dei talenti e gestire le risorse umane con un approccio “data driven” può essere un ottimo modo per sviluppare per i dipendenti programmi di crescita personalizzati.
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Certamente, non in tutte le organizzazioni sono applicabili strumenti come lo smart working e non tutte le aziende, date le esigenze produttive, sono in grado di offrire la flessibilità oraria ai propri lavoratori. Tuttavia, quello che le aziende potrebbero fare è ascoltare i propri dipendenti prestando attenzione a quelli che sono i loro bisogni. Questo approccio non solo permette di migliorare il benessere dei lavoratori e di ridurre l’assenteismo e il tasso di turnover, ma la flessibilità può anche aiutare ad aumentare la produttività e la competitività dell’azienda.